Rimedi naturali e automedicazione: invenzioni umane? Assolutamente no! Molto spesso siamo noi a imitare gli animali…
Quando sentiamo parlare di rimedi naturali, pensiamo subito all’utilizzo che l’uomo può farne e ai benefici che può trarne. Difficilmente ricolleghiamo questi rimedi all’istinto degli animali e alle loro pratiche di automedicazione.
Eppure è proprio dai nostri amici pelosi che possiamo imparare tanto…
Automedicazione e rimedi naturali negli animali
Facciamo un esempio classico. Non è raro notare cani e gatti che rovistano tra arbusti e foglie per lenire disturbi comuni come il mal di stomaco. L’erba, infatti, li aiuta a “vomitare il problema” o a espellerlo attraverso le feci. Questa pratica, come spiega Joel Shurkin sulla rivista PNAS, si chiama zoopharmacognosy. Il termine è composto dalla radice zoo (animali), da pharma (medicina-cura), e gnosy (conoscenza).
Gli uccelli, le api, le lucertole, gli elefanti, gli scimpanzé, tutti condividono un tratto in comune: l’automedicazione. Uno “strumento” necessario alla propria sopravvivenza. Questi animali mangiano delle cose che li fanno sentire meglio o che gli consentono di prevenire le malattie. O ancora di uccidere parassiti, batteri e virus, o semplicemente li aiutano a digerire.
Per alcune specie esisterebbe una sorta di predisposizione innata che le rende in grado di individuare e riconoscere i rimedi migliori, ciò che la natura offre in maniera immediata. Altre, invece, imparano a curarsi attraverso la pratica e l’emulazione. Copiando cioè il comportamento dei simili.
Esempi di automedicazione negli animali
Ecco alcuni esempi di come gli animali si curano con piante, frutta ed erba.
- Gli scimpanzé sono in grado di masticare grandi quantitativi di foglie di Aspilia, contenenti una sostanza chimica in grado di uccidere i parassiti intestinali.
- I pappagalli Ara mangiano le bacche di caolino per favorire la digestione.
- Gli elefanti vanno alla ricerca di borragine per indurre il travaglio. Un rimedio che viene usato anche dalle donne africane per la stessa ragione.
- I lemuri durante la gravidanza, invece, consumano tamarindo per aumentare la produzione di latte e facilitare il parto.
- Alcune lucertole contrastano il veleno iniettato nel loro corpo attraverso il morso del serpente mangiando una certa radice.
- Le femmine di scimmia ragno in Brasile aggiungono delle piante nella loro dieta per aumentare o diminuire la loro fertilità.
- Le capre di montagna invece si arrampicano verso le rocce più alte per leccare i sali minerali che sono contenuti in esse.
- Le scimmie sfregano sulle ferite una combinazione di sciroppi a base di zucchero.
Insomma, gli esempi sono veramente infiniti e affascinanti. Esempi che potrebbero rivelarsi di grande aiuto anche per l’uomo che, nel passato, si è lasciato ispirare dall’automedicazione negli animali per sperimentare e creare dei medicamenti naturali che andassero bene anche per la cura dei suoi problemi.
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