La mia prima Barbie: Le iconiche bambole Barbie hanno abitato le camerette da oltre sei decenni. Recentemente, il produttore Mattel ha introdotto “La mia prima Barbie“, una nuova linea pensata per bambini dai 36 mesi in su. Tuttavia, secondo i test condotti dal mensile Oekotest su questi prodotti, hanno ricevuto un punteggio “insoddisfacente.
Mattel presenta La mia prima Barbie, “una variante pensata appositamente per adattarsi alle capacità dei bambini in età prescolare”, afferma il produttore in un comunicato stampa. Questo suscita l’interesse di voler esaminare più da vicino questa nuova Barbie nel contesto dei test effettuati dal mensile tedesco Oekotest.
Le indiagine e gli studi effettuati durante il test della mia prima Barbie, insieme ad altre tre bambole, si concentrano principalmente sugli ingredienti utilizzati. Nel caso specifico di Barbie, le criticità riguardano principalmente due sostanze: naftalene e antimonio.
Il naftalene, un idrocarburo policiclico aromatico (IPA), è talvolta presente nei plastificanti usati nella produzione della plastica. Classificata come potenzialmente cancerogeno dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), riteniamo che non abbia spazio nei giocattoli per bambini. Tuttavia, il nostro laboratorio ha individuato tracce di naftalene nel corpo della mia prima Barbie.
L’antimonio, un metallo pesante, è considerato altamente tossico e può penetrare nel corpo umano attraverso il contatto cutaneo o l’inalazione di fibre presenti nella polvere domestica. Nella mia prima Barbie, l’antimonio è stato rilevato nelle componenti tessili della bambola, sollevando ulteriori preoccupazioni.
Oltre alla presenza di queste due sostanze si trovano anche gli sbiancanti ottici, noti anche come agenti sbiancanti fluorescenti o agenti ottici, sono composti chimici utilizzati in vari settori, tra cui tessuti, detergenti, carta, plastica e cosmetici. La loro funzione principale è quella di far sembrare i materiali più bianchi e luminosi, otticamente “sbiancandoli”.
Questi composti agiscono assorbendo luce ultravioletta e trasformandola in luce visibile blu-violetto, creando così un effetto ottico di bianchezza e luminosità.
Quali danno creano gli sbiancanti ottici?
Gli sbiancanti ottici possono avere alcuni impatti ambientali che vanno considerati:
- Persistenza nell’ambiente: Gli sbiancanti ottici possono persistere nell’ambiente dopo il lavaggio dei tessuti trattati con questi agenti. Quando questi tessuti vengono smaltiti o finiscono nelle acque reflue, gli sbiancanti ottici possono essere rilasciati nell’ambiente, causando potenziali effetti negativi sui sistemi acquatici e terrestri.
- Rischio per gli organismi acquatici: Gli sbiancanti ottici, quando entrano nelle acque superficiali o nelle acque reflue, possono influenzare negativamente gli organismi acquatici. Possono alterare la composizione chimica dell’acqua e, in alcuni casi, risultare tossici per alcune specie acquatiche.
- Bioaccumulo: Alcuni studi suggeriscono che gli sbiancanti ottici possono accumularsi negli organismi, specialmente nei pesci, e passare attraverso la catena alimentare, potenzialmente causando danni agli ecosistemi e agli organismi stessi.
- Produzione e smaltimento: Il processo di produzione degli sbiancanti ottici può comportare l’uso di sostanze chimiche e l’emissione di residui inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Inoltre, lo smaltimento dei tessuti trattati con questi agenti può contribuire alla contaminazione ambientale durante la decomposizione dei materiali.
Sebbene gli sbiancanti ottici siano comunemente utilizzati, alcuni studi stanno esaminando i loro potenziali effetti ambientali e la loro persistenza nell’ecosistema. L’attenzione verso alternative più sostenibili e meno dannose per l’ambiente è in aumento, mentre vengono sviluppati nuovi approcci e tecnologie per ridurre l’impatto di questi composti sull’ambiente.
Conclusione:
A causa della presenza di naftalene e antimonio nella mia prima Barbie Malibu, la rivista tedesca Oekotest attribuisce un totale di sei punti. Questo porta il risultato parziale degli ingredienti a un livello “insufficiente”. Di conseguenza, il giudizio complessivo è valutato come “insoddisfacente”secondo il mensile tedesco.